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La popolare applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp è stata di recente vittima di alcune violazioni, nonostante la sua peculiare crittografia end-to-end dovrebbe tecnicamente renderla inintercettabile da parte dei malintenzionati: una falla di sicurezza della funzione di videochiamata individuata nello scorso maggio dalla società israeliana NSO (con sede nel nord del Paese) ha infatti permesso a questa di spiare i messaggi privati di numerose persone nello Stato di Israele,
La nota azienda russa Kaspersky – leader nel settore della cybersecurity – sostiene che nel 2019 sarebbero aumentati drasticamente gli attacchi da parte del “Password Stealing Ware” (PSW), i malware creati con il preciso obiettivo di rubare informazioni e dati sensibili – spesso anche credenziali bancarie e finanziarie – agli inesperti utenti della rete, attingendo direttamente dal browser (alcuni di questi malware addirittura sarebbero in grado di impossessarsi dei file della vittima da una posizione precisa come il desktop o anche ricorrendo alla posta elettronica e ai servizi di messaggistica).
Proteggere le informazioni ed i dati aziendali è un dovere di chiunque vi lavori, anche del personale non direttamente implicato nel processo di “messa in sicurezza” dell’infrastruttura. Una società che investe nei mezzi tecnologici più sofisticati in termini di cybersecurity potrebbe infatti essere compromessa dalla noncuranza di un impiegato che, per andare al bagno, lascia incustodita la propria scrivania – su cui magari sono adagiati fogli e documenti di importanza vitale per l’azienda: a volte basta un secondo di disattenzione o un click su un link sbagliato per pregiudicare l’intera rete informatica di una società.
Che il Phishing sia una delle tecniche più utilizzate (perché redditizie) da parte degli imbroglioni del Web è ormai fatto noto. Altrettanto noti sono i tentativi di truffa che, soprattutto negli ultimi mesi, hanno visto protagonisti i possessori di PostePay e PostePay Evolution. Adesso però i criminali informatici hanno sfoderato una nuova arma per tentare di derubare i clienti di Poste Italiane dei propri risparmi: gli SMS. Se fino a oggi, infatti, il phishing messo in atto dal cybercrime aveva come mezzo privilegiato l’e-mail – il cui carattere fraudolento era facilmente identificabile dalla potenziale vittima grazie alla mole di errori ortografici che caratterizzavano il contenuto del messaggio – ora la minaccia sembra più seria:
Sembra che i possessori di Mac non possano proprio dormire sonni tranquilli: l’ultimo malware sviluppato dal crimine informatico per colpire chi si affida alla tecnologia Apple si chiama OSX/CrescentCore e sembra ancora più temibile dei precedenti (anche perché si tratterebbe di un programma ideato per eludere la sorveglianza degli antivirus). La presenza della minaccia è stata rilevata su numerosi siti Internet dalla compagnia Intego, che l’ha definita “the next generation of fake Flash Player malware”.
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