Nonostante la grave emergenza che l’Italia sta passando per il coronavirus, i criminali informatici non si fermano. Anzi, la pandemia sembra offrire opportunità sempre nuove a chi vuole delinquere truffando chi è in stato di necessità. La truffa più recente sfrutta il meccanismo del social engineering abbinato alle difficoltà economiche causate dall’emergenza Covid-19. Si tratta di un meccanismo veicolato da SMS fittizi a firma dell’INPS che invitano gli utenti bersaglio a scaricare un’app per poter monitorare lo stato della propria domanda per il bonus da 600 euro garantito a tutte le partite IVA in tempo di crisi, il tutto proprio nei giorni in cui l’ente statale è impegnato a notificare ricezione e accettazione delle suddette domande a chi ne ha titolo.
Unicredit ha subito l’ennesima violazione informatica della sua storia recente, la terza in quattro anni: i dati di oltre tremila dipendenti sono stati trovati in vendita su diversi forum frequentati da criminali informatici. Si ipotizza che questa fuga di informazioni sia dovuta a un attacco hacker non documentato dall’azienda. L’annuncio è stato fornito da Telsy, società del gruppo TIM esperta di sicurezza informatica, sul cui blog si legge che questi dati sono stati rinvenuti in almeno due distinti forum. L’autore del post, ignoto, sarebbe un hacker di nome C0c0linoz. Esposti, stando a quanto riportato, dati sensibili di dipendenti Unicredit, fra cui nome e cognome, mail personale, password e contatti telefonici. «Il database sembra genuino e appare come il possibile risultato di un attacco di tipo SQL injection», si legge nel post. Con il termine “SQL injection” si fa riferimento a una tecnica di inserimento di codice malevolo per attaccare le applicazioni.