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C’è un bel po’ di disinformazione in rete riguardo la sicurezza informatica. Sebbene Internet sia uno dei più potenti strumenti informativi nella storia umana, non c’è mai stata una fonte maggiore di disinformazione della rete stessa, dove anche delle voci di corridoio possono assumere i contorni della verità. In nessun ambito ciò avviene come nel mondo della sicurezza informatica; alcuni dei “falsi miti” più diffusi riguardo questo argomento trovano terreno fertile nella semplice ignoranza, altri sono rilanciati persino da giornalisti e imprenditori del settore. Qualunque sia la loro fonte, queste voci possono causare danni alla tua azienda se le segui, ed è bene starne alla larga. Vediamone insieme qualcuna di queste:
La stagione degli acquisti natalizi è ormai al suo apice, e con i saldi di gennaio alle porte è opportuno informarsi sulle truffe dei “falsi domini”, cresciuti di oltre il 233% solo nell’anno appena trascorso.
Check Point, azienda attiva nel settore della sicurezza informatica, ha stilato alcuni consigli utili per riconoscere questo genere di frodi. Con l’incremento esponenziale delle transazioni online, del resto, sono conseguentemente aumentati i rischi derivanti dall’e-commerce, con gli hacker sempre in cerca di nuove potenziali vittime da aggiungere alla loro lista di bersagli. Molto spesso il mezzo utilizzato dai malintenzionati per aggredire le proprie prede sono le mail di phishing,
SophosLabs, azienda leader nel campo della sicurezza informatica, ha di recente pubblicato uno studio su “Emotet”. Emotet è tra le famiglie di malware più problematiche e ampiamente diffuse che i ricercatori della Sophos si sono trovati ad affrontare. Tale virus agisce sia autonomamente, essendo in grado di causare danni significativi anche da solo, sia come rete di distribuzione
Una delle tendenze in maggior crescita del fenomeno dello sviluppo tecnologico è il gaming online, ossia il giocare ai videogames connessi alla rete con altri giocatori provenienti da tutto il mondo; come sempre, però, fra gli spettatori interessati di questo fenomeno in costante aumento ci sono ovviamente i cyber criminali, che vedono nello sviluppo di questo settore un pascolo florido di prede per le loro azioni criminose.
Le notizie di sicurezza informatica ci hanno ormai abituato a pensare che l’app store dei dispositivi Apple con iOS sia molto più sicuro del Play Store, appartenente ai device con Android e sue distribuzioni. Se quest’affermazione risulta essere incontrovertibile, essa non fa il paio però con un’altra affermazione che molto spesso sentiamo proferire da esperti (o presunti tali) del settore, e cioè che i dispositivi made in Cupertino siano del tutto impermeabili a virus, malware e tentativi di truffa informatica.
Fra gli appassionati di smartphone, è fatto noto come tra iOS e Android sia il dispositivo con il robottino verde a essere il più vulnerabile, anche se negli ultimi mesi Google pare aver preso coscienza delle falle di sicurezza presenti sui propri terminali attivando una massiccia operazione di rafforzamento della sicurezza degli smartphone con sopra installate distribuzioni del sistema operativo made in Palo Alto;
Con il passare degli anni, i telefoni cellulari sono diventati sempre più imprescindibili nella nostra quotidianità: molti di noi hanno (almeno) uno smartphone, e alcuni hanno persino più dispositivi per lavoro o motivazioni simili. Ormai anche gli anziani e i giovanissimi sembrano sempre più “contagiati” dalla digitalizzazione, e sono sempre più rari i casi di individui non in possesso di uno smartphone o di un dispositivo analogo. Non è un’affermazione peregrina dire che molti di noi non potrebbero passare più di qualche ora offline!
Dopo diverso tempo dall’ultima sortita, torna a colpire Anonymous, il collettivo di hacker “giustizieri” balzato in passato agli onori delle cronache per il suo modus operandi “filosofeggiante” e anticonformista. Per chi non lo sapesse, gli Anonymous nascono nei prodromi degli anni 2010 con lo scopo di smascherare le “malefatte” dei governi e delle multinazionali a loro dire colpevoli di traviare la società; i loro toni e i loro costumi si rifanno all’universo narrativo della
Come vi avevamo già accennato in un nostro articolo di qualche giorno fa, Unicredit ha recentemente confermato le indiscrezioni giornalistiche di settore riguardanti un colossale data breach nel proprio database aziendale. In particolare, tale violazione (che risale addirittura al 2015!) avrebbe compromesso le informazioni anagrafiche e personali di oltre tre milioni di titolari di conti corrente
Con il progresso tecnologico sono sempre di più le innovazioni volte a semplificarci la quotidianità: basti pensare alla diffusione capillare della domotica, a lavatrici che programmano e asciugano il bucato, a frigoriferi con tablet che senza aprirli ti dicono cosa hai messo sui ripiani e ad assistenti domestici (si pensi ad Amazon Echo e a Google Home) che ci permettono di controllare il nostro appartamento semplicemente parlando alle intelligenze artificiali ivi installate.
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