In quale modo possiamo rendere privata una comunicazione?
In quale modo, in sostanza, possiamo impedire che altri soggetti possano leggere, ascoltare, e finanche intervenire nella comunicazione?
È una domanda antica e persino sentita già nei primi anni di vita: quanti bambini, per gioco, inventano un proprio linguaggio, un linguaggio “segreto” per condividere ciò che ritengono prezioso solo tra coloro che considerano amici? Lo si fa poi nelle comitive adolescenziali, e via via fino a forme ritualistiche di congreghe e logge.
La questione però è ben più insidiosa di piccoli segreti tra bambini più o meno cresciuti,
Quando di parla di certificazioni in ambito IT si apre la discussione del secolo.
Schiere di esperti che decantano le certificazioni “riconosciute” per ogni settore dell’IT e per ogni livello di professionalità.
Finché si parla di certificazioni IT su prodotti, i vari Vendor la fanno da padrone; ecco che Microsoft rilascia esami di certificazione per riconoscere le competenze sui propri prodotti, seguita poi da tutti gli altri, da Cisco a Red Hat (non me ne vogliano i brand che non ho menzionato).
Quando si esce dalla certificazione di prodotto e si entra in quella riguardante un particolare ambiente, come la Cybersecurity, il gioco si fa più interessante.
Innanzitutto, bisogna chiarire cosa significa certificazione “riconosciuta”.
Non esistono enti nazionali o sovranazionali che riconoscano una certificazione, quindi il termine “riconosciuta” è abusato