Di sicuro non c’è nulla, se non che oltre a puntare il dito contro la Cina per le responsabilità riguardanti la diffusione del coronavirus, gli Usa accusano Pechino di aver attuato un’operazione di spionaggio sui vaccini, cure e test legati al Covid-19.
Il Federal Bureau of Investigation (FBI) e il dipartimento della Sicurezza nazionale hanno lanciato un’allerta, che sicuramente ha provocato panico, sulla possibilità che la Cina sottragga agli Stati Uniti informazioni riguardanti il vaccino.
Sarà davvero così? Una risposta definitiva ancora non c’è ma l’allerta avrebbe il fine ultimo di chiamare all’attenzione il Cyber Command del Pentagono e l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa), che hanno il potere di penetrare nelle reti informatiche cinesi e sferrare contrattacchi.
I dati sensibili, si sa, sono la merce preferita dai malintenzionati. Solitamente vengono rubati dai nostri computer, ma il progresso tecnologico apre per i criminali sempre nuove frontiere. È notizia di pochi giorni fa che un hacker ha trovato varie password di Spotify, cookie di sessione Gmail e Netflix e dai simili lavorando su parti di auto Tesla vendute sul colosso dell'e-commerce Ebay.
La protezione dei dati dei clienti dovrebbe essere la priorità principale di qualsiasi fornitore di servizi. Più di ogni altra, le grandi imprese hanno una grande responsabilità in questo senso in quanto la loro base di clienti è molto più ampia e il livello di fiducia estremamente più elevato tra le masse. Questo non sembra essere il caso del produttore di veicoli elettrici Tesla, Inc., secondo i rilievi di un hacker etico chiamato GreenTheOnly. Tutto è iniziato quando questi ha trovato dei componenti del sistema infotainment di auto del marchio disponibili per la vendita su eBay, il che è in realtà piuttosto comune. Ciò che rende questa vendita preoccupante è che Tesla non ha eliminato i dati personali dell'utente memorizzati dai componenti una volta smontati dall’auto e messi sul mercato.